Ornamenti dai siti archeologici delle province di Belluno e Padova al Museo del Gioiello a Vicenza

Alcuni tra i reperti destinati alla Sala Magia e alla Sala Funzione del Museo del Gioiello, di prossima apertura, provengono dai territori di riferimento della nostra Soprintendenza e sono rappresentativi di alcuni importanti siti archeologici delle province di Belluno e di Padova.

Data:
13 Settembre 2021

Ornamenti dai siti archeologici delle province di Belluno e Padova al Museo del Gioiello a Vicenza

La recente istituzione e apertura al pubblico del Museo del Gioiello a Vicenza si lega alla fortuna della tradizione orafa, che da sempre contraddistingue e accompagna l’immagine della città berica e della sua provincia a livello internazionale.

Il museo, di fondazione privata, è allestito in alcuni ambienti che si affacciano sotto i portici della Basilica Palladiana e presenta esposizioni permanenti e temporanee di gioielli antichi e moderni, collocati a rotazione nelle vetrine delle nove sale intitolate ai temi del Simbolo, della Magia, della Funzione, della Bellezza, dell’Arte, della Moda, del Design, delle Icone e del Futuro. Si tratta di collane, pendenti, anelli, spille e di oggetti d’arte riconducibili sia alla produzione orafa moderna e contemporanea, sia all’universo degli ornamenti antichi, di varia provenienza territoriale, presenti in collezioni museali o rinvenuti nel corso di indagini archeologiche, selezionati dai curatori e dal direttore del museo sulla base di criteri iconografici, stilistici e qualitativi.

La creazione di un museo privo di una collezione permanente offre pertanto ai visitatori l’opportunità di osservare in una veste diversa anche alcuni pregevoli reperti archeologici, prevalentemente di proprietà statale, concessi in prestito dalle Soprintendenze competenti a livello territoriale, nell’osservanza della normativa legata alle richieste di autorizzazione al prestito per esposizioni temporanee.

L’allestimento dei gioielli consente di apprezzare al meglio la qualità della fattura e la decorazione ornamentale, senza fare esplicite distinzioni tra oggetti antichi e moderni.

Alcuni tra i reperti destinati alla Sala Magia e alla Sala Funzione, di prossima apertura, provengono dai territori di riferimento della nostra Soprintendenza e sono rappresentativi di alcuni importanti siti archeologici delle province di Belluno e di Padova.

Il Pendente a spirale (fig. 1), rinvenuto in località Bolzano Bellunese nel sito neo-eneolitico del Col del Buson (Belluno) nella valle del torrente Ardo, è datato dagli studi alla fase avanzata dell’età del Rame. Si tratta di un pendaglio formato da un tondino a sezione ovale, con capo interno appuntito e avvolto a spirale, e potrebbe essere confrontato con analoghi esemplari di simile tipologia, rinvenuti in aree diverse e riconducibili a contesti funerari.

L’Anello in bronzo a forma di stella (fig. 2), di antica acquisizione presso la sezione archeologica del Museo Civico di Belluno, proviene dall’area di Cavarzano (Belluno), nota per la presenza di una necropoli databile all’età del Ferro e riferibile alla cultura dei Veneti Antichi. Reperti di questa tipologia sono variamente interpretati come elementi ornamentali o – più verosimilmente – come parti funzionali nell’ambito di bardature equine, o ancora come forme premonetali.

La Collana con pendenti (fig. 3) è costituita da dodici pendenti in argento e da venticinque perle di vetro colorato e incolore con foglia d’oro interna. Proviene dalla necropoli di San Donato di Lamon (Belluno), che rappresenta il più esteso sepolcreto di età romana rinvenuto ad oggi nel territorio bellunese. A partire dal 2000 il sito è stato indagato con regolari scavi archeologici programmati dalla Soprintendenza (con il sostegno dell’Amministrazione locale). Contestualmente, è stato avviato presso la Soprintendenza un progetto di studio e valorizzazione tuttora in corso, destinato alla pubblicazione scientifica dei risultati, in sinergia e proficua collaborazione con il Comune. Attraverso questa sinergia è stata inoltre realizzata, a partire dal 2005, l’esposizione dei più significativi corredi funerari provenienti dalla necropoli di San Donato (ospitati presso il Museo Civico Archeologico di Lamon in via Resenterra).

I bracciali con terminazioni a testa di serpente in bronzo (fig. 4), di età tardo antica, provengono dalla località Colle Orso di Sovramonte (Belluno) e specificamente da una sepoltura femminile singola a inumazione. Le armille sono state scelte per l’esposizione nell’ambito della Sala Magi in virtù delle valenze simboliche e apotropaiche che spesso accompagnano le raffigurazioni di serpenti in gioielli e amuleti.

La fibula con decorazione a occhi di dado (fig. 5), realizzata in bronzo, è frutto di un ritrovamento casuale avvenuto a Mel (nel comune di Borgo Valbelluna – Belluno). Su base stilistica il reperto è databile tra la tarda antichità e l’inizio dell’alto Medioevo, sebbene le modalità del rinvenimento non consentano di definirne con più precisione la cronologia e il contesto di appartenenza.

L’Ago crinale in osso con terminazione a pigna (fig. 6), l’esemplare di simile formato con terminazione a figura femminile (fig. 7) e quello con terminazione a manina (fig. 8) che trattiene un piccolo dado provengono dalla Tomba 57 della necropoli patavina di Vicolo Pastori, indagata nel 2010 e composta da 130 sepolture databili tra l’età augustea e gli inizi del II secolo d. C.

Si tratta, per lo più, di tombe a incinerazione con corredi in cui sono prevalentemente riposti manufatti vitrei e vasellame in ceramica, di varia forma e tipologia.

Gli spilloni, di raffinata qualità e fattura, sono accessori ornamentali destinati a tenere raccolti i capelli delle acconciature femminili e pertanto destinati ad accompagnare la defunta nel rituale incineratorio.

Nella medesima area è stato inoltre rinvenuto un significativo monumento funerario in pietra calcarea con base a parallelepipedo e ara a forma cilindrica, che presenta una ricca ornamentazione con cornice a metope e triglifi, ghirlande, nastri e mascheroni con acconciature di foggia diversa.

Il manufatto, datato dagli studi su base iconografica e stilistica alla metà circa del I secolo d.C., è stato restaurato nel 2018 e attualmente si conserva presso la sezione archeologica dei Musei Civici agli Eremitani di Padova.

Referenze fotografiche: Soprintendenza

Orari di apertura al pubblico:

Il Museo sarà riaperto a partire sabato 25 settembre 2021
Da martedì a venerdì: 10.00 – 13.00, 15.00 – 18.00
Sabato e domenica: 10.00 – 18.00

Per un approfondimento sul museo:

https://www.museodelgioiello.it

Ultimo aggiornamento

13 Settembre 2021, 23:57