Dalla tutela alla valorizzazione dei reperti rinvenuti durante le attività di scavo nella ex chiesa di Sant’Agnese: lo studio e l’esposizione dei frammenti di intonaco affrescato del Trecento
Un approfondimento sullo stato di avanzamento delle attività di studio e ricerca finalizzate alla tutela e alla valorizzazione del corpus di reperti rinvenuti a seguito dello scavo archeologico nella ex Chiesa di Sant'Agnese a Padova.
Data:
17 Ottobre 2023
Facendo seguito alla conferenza del 28 settembre 2023 organizzata dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso (SABAP VE MET) presso la sede istituzionale di Palazzo Folco a Padova, durante la quale sono stati illustrati al pubblico gli esiti delle attività di scavo archeologico che hanno permesso di recuperare significative testimonianze di varie epoche – a partire da quella preromana – sia sotto il pavimento che nei locali retrostanti alla ex chiesa di Sant’Agnese, si richiama l’attenzione sullo stato di avanzamento delle attività di studio e ricerca finalizzate alla tutela e alla valorizzazione del corpus di reperti, e in particolare degli oltre cinquemila frammenti di intonaco dipinto, databili al tardo Trecento e rintracciati esclusivamente grazie agli scavi.
La selezione dei frammenti ora visibile all’interno delle due vetrine espositive collocate nel vano ipogeo dell’edificio, attuale sede della Fondazione Alberto Peruzzo, testimonia l’esito di uno studio effettuato dalla Soprintendenza – in collaborazione tra la storica dell’arte Debora Tosato e il restauratore Giordano Passarella – e finalizzato alla suddivisione dei lacerti sopravvissuti e alla loro classificazione, al fine di catalogare i pezzi nell’osservanza di criteri distintivi, quali:
– la tecnica di costituzione degli intonaci
– le caratteristiche della pellicola pittorica
– lo stato di conservazione
– gli elementi riconducibili a caratteri di omogeneità morfologica e stilistica.
In mancanza di qualsiasi fonte iconografica di documentazione visiva delle scene affrescate, e l’esiguità dei frammenti superstiti rispetto alla totalità del ciclo decorativo, si è dapprima proceduto alla ricomposizione di modelli decorativi, geometrici e figurativi attraverso l’indagine stilistica e formale della materia, e in seguito al confronto con analoghe rappresentazioni pittoriche realizzate da maestranze attive in area veneta nel XIV secolo.
La ricomposizione, condotta manualmente tramite la ricerca della corrispondenza dei punti di attacco lungo i bordi dei frammenti, ha permesso di ricostruire, seppure parzialmente, alcune parti di architettura illusionistica, brani di panneggi, di aureole, di capelli e di mani, che comparati a livello stilistico con frammenti anche singoli di occhi, bocche, ciuffi di barbe e incarnati hanno rivelato la notevole qualità esecutiva e la stringente affinità stilistica con la pittura di Guariento, al quale sono stati attribuiti per la prima volta anche grazie al confronto con analoghi brani pittorici individuati a seguito di una campagna fotografica appositamente realizzata sui cicli decorativi dipinti a fresco dall’autore sulle pareti della Cappella Carrarese (attuale sede dell’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti) e dell’abside della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, nota come la chiesa degli Eremitani a Padova.
Per un approfondimento scientifico del lavoro finora svolto si rinvia alla consultazione del contributo di Giordano Passarella e Debora Tosato, Memorie dal sottosuolo. Il ritrovamento degli affreschi trecenteschi: appunti di metodo tra tutela, restauro e valorizzazione, in Una nuova Sant’Agnese. Il recupero di una chiesa del XII secolo e un nuovo centro per l’arte, Milano 2022, Skira, pp. 122-135.
Ultimo aggiornamento
17 Ottobre 2023, 11:09