Al via il cantiere per il restauro della Pieve di Santa Maria Assunta di Galzignano Terme (Pd), finanziato dal Ministero della Cultura: diventerà un luogo culturale parte del Museo Diffuso dei Colli Euganei (MuCE)

L'intervento, interamente finanziato dal MiC e gestito in toto dalla Soprintendenza, è volto a garantire la sicurezza e il consolidamento antisismico dell'antica parrocchiale. Inizia così un percorso tra Comune e Soprintendenza per promuovere la Chiesa come parte del MuCE -Museo Diffuso dei Colli Euganei di Galzignano Terme, in vista del Federalismo Demaniale, con il quale la chiesa transiterà dalla proprietà statale al Comune di Galzignano.

Data:
12 Novembre 2024

Al via il cantiere per il restauro della Pieve di Santa Maria Assunta di Galzignano Terme (Pd), finanziato dal Ministero della Cultura: diventerà un luogo culturale parte del Museo Diffuso dei Colli Euganei (MuCE)

Sono ufficialmente iniziati i lavori di restauro destinati alla messa in sicurezza statica della Pieve di Santa Maria Assunta di Galzignano.

Questo intervento, frutto di un accordo tra la Soprintendenza e il Comune di Galzignano Terme, testimonia l’impegno costante verso la salvaguardia di questa splendida chiesa dei Colli Euganei: un ricco lavoro di tutela e valorizzazione che è stato presentato alla stampa in Soprintendenza, martedì 12 novembre.

Il restauro della Pieve è volto a garantire la sicurezza e il consolidamento antisismico dell’edificio, completamente finanziato dal Ministero della Cultura e gestito dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso. Grazie anche a questo finanziamento, è possibile completare anche il precedente restauro, e portare a termine il recupero ed il restauro dell’intero contro soffitto dell’aula principale.

Il Comune fornisce lo spazio per il ricovero dei dipinti e ha dato il supporto all’avvio delle pratiche necessarie per lo svolgimento della gara e per la comunicazione.

La gestione dell’appalto è stata affidata alla centrale di committenza della Federazione dei Comuni del Camposanpierese, che ha selezionato la ditta R-STRUCT ENGINEERING S.r.l. di Noventa Padovana per realizzare i lavori necessari alla sua sicurezza.

L’importo complessivo dei lavori è di 430.000 euro e riguarderà il restauro del tetto, di parte dei muri perimetrali e della parete di fondo situata dietro all’Altare Maggiore.

Una storia molto antica…

Questo antico luogo di culto sorge sul Colle della Chiesa o “Monteselo” e domina il paesaggio circostante, affacciandosi sui margini settentrionali dell’abitato di Galzignano, toccando la Val Pianzio.

Definisce lo skyline del paese, visibile sin dai resort termali nelle Valli, da Battaglia, da Valsanzibio, dall’area di Montegrotto, da chi scende dai tornanti del passo Roverello da Cinto Euganeo o da chi viene dalle curve di Torreglia.

La chiesa è il simbolo stesso dell’antico borgo di Galzignano e una delle sue rappresentazioni più antiche è una veduta risalente al Settecento, attualmente esposta presso il MuCE – Museo dei Colli Euganei, testimonianza unica del paesaggio collinare, oggi riserva MAB Unesco.

L’area della Chiesa è cruciale per comprendere la storia di questi borghi. Si stima infatti che questa zona sia stata uno dei primi luoghi di ritrovamento di reperti significativi, come alcune sepolture di epoca romana,

oggi conservate presso il Museo Nazionale Atestino. La vicina Val Pianzio era sede di un acquedotto romano, che racconta l’utilizzo delle acque per le genti che qui abitavano in epoca romana.

E’ dunque naturale che anche nel Medioevo, epoca di fioritura della “villa”/villaggio di Galzignano, il Monte della Chiesa fosse, già prima del Mille, presidiato da un luogo di culto cristiano, punto di riferimento per le anime dei Colli e delle Valli.

Il primo documento attestante l’esistenza della chiesa risale al 14 marzo 1077, ed è conservato nell’archivio capitolare di Verona.

Stando a documenti successivi, la Chiesa era decorata da affreschi, che le ricche famiglie nobiliari patavine commissionarono, a dimostrazione dell’importanza di questo borgo nei Colli Euganei.

Abitavano a Galzignano nei periodi estivi i Carraresi, i Buzzaccarini, i da Lozzo e le più note famiglie della Padova Urbs Picta.

Proprio durante l’avvio dei lavori sono stati rinvenuti intonaci relativi alle fasi precedenti all’attuale edificio, emersi dopo la rimozione, per motivi di sicurezza, di alcune tele di pregiato valore artistico, attualmente conservate nel deposito del Museo dei Colli Euganei.

Nel 1670 la chiesa fu completamente ricostruita e ampliata, acquisendo la forma e l’estetica attuali. Era all’epoca la Serenissima Repubblica di Venezia a dominare su Colli Euganei e la committenza della chiesa certamente riecheggiava i fasti delle ville venete del territorio: siamo infatti a pochi passi da villa Barbarigo e dai suoi splendidi giardini. La Chiesa era attorniata da splendide ville affrescate.

Furono così chiamati ad operare pittori e scultori tra cui l’artista seicentesco Carlo Ridolfi, pittore originario di Lonigo e attivo in quegli anni a Venezia, che dipinse la pala dell’altar maggiore, decorata da una bellissima Maria Assunta tra i Santi Valentino e Filippo Neri.

Sono presenti altri tre grandi quadri, due dei quali sono ex voto in occasione della peste del 1630, e una più piccola, finora non ancora nota, che si è scoperto rappresentare “San Matteo e l’angelo” ed essere di una incredibile fattura, che vedrà il restauro dell’Istituto Veneto per i beni culturali.

Il progetto di valorizzazione…

Proprio l’importanza storico-artistica di questa piccola chiesa per comprendere il popolamento e la storia dei Colli Euganei ha portato la Soprintendenza e il Comune a costruire insieme una nuova visione per il borgo di Galzignano Terme. Questo percorso è parte del Museo Diffuso che ruota attorno al MuCE – Museo dei Colli Euganei e vede la presenza di oltre 10 percorsi tematici che comprendono anche la Chiesa di Santa Maria Assunta.

Essa, di proprietà dello Stato, finora risultava però chiusa al pubblico.

L’antica Pieve è di proprietà della Soprintendenza da quando le limitate dimensioni del sacello portarono alla costruzione di una nuova parrocchiale nella parte bassa del Comune e la vecchia Chiesa venne venduta dalla parrocchia ad un privato. Venne quindi attivata la prelazione, che permise di salvare la Chiesa preservandola come luogo culturale per la comunità. Mancava però un progetto di valorizzazione, che oggi si intende costruire insieme tra Comune e Soprintendenza, con l’attivazione del Federalismo Demaniale, già applicato, per esempio, al Castello Carrarese di Padova e alla Rocca degli Alberi di Montagnana.
Questo sistema consente di trasferire la titolarità dell’immobile da parte del Demanio, qualora esista un progetto in grado di valorizzare la storia, la struttura e la funzione sociale del bene in linea con progetti di più ampia rigenerazione urbana presenti nel territorio.

Il Museo Diffuso diviene quindi un nuovo modo di percepire il patrimonio, dove la comunità può prendere parte e costruire una nuova visione per i beni culturali del territorio: la Chiesa sarà infatti destinata ad audizioni musicali, mostre temporanee di alto spessore, congressi, convegni e cerimonie di alta rappresentanza.

Un nuovo faro per l’area dei Colli sta così prendendo vita.

“La collaborazione con il Comune di Galzignano Terme nasce sin dal primo dossier sul territorio collinare, quando è stato pensato con il sindaco, il Comitato tecnico Scientifico del MuCE ed è stata immaginata insieme al Comitato una nuova visione per il territorio. Era naturale quindi iniziare il nostro percorso comune da questa chiesa, cuore della comunità” dice il Soprintendente Vincenzo Tiné: “ E’ un progetto aperto dove tutela e valorizzazione sono costruite insieme, passo passo.”

“L’ultimo intervento significativo sulla Pieve risale agli anni ’80 del Novecento, e da allora l’edificio ha subito un progressivo degrado, rimanendo chiuso al pubblico ma continuando a occupare un posto speciale nel cuore dei cittadini di Galzignano”, sottolinea il sindaco Riccardo Masin. “È il simbolo del nostro comune e questo restauro rappresenta il primo passo verso un percorso di riscoperta di questo antico bene. Ci auguriamo di poterlo destinare a un polo di studio in continuità con il MuCE e a un luogo per eventi culturali e musicali di alto livello”.

Ultimo aggiornamento

12 Novembre 2024, 13:44