Apertura straordinaria del Deposito della Soprintendenza a Padova, con visite guidate gratuite | sabato 17 settembre

Nell’ambito del Piano di Valorizzazione promosso dal Ministero della Cultura, sabato 17 settembre 2022 la Soprintendenza rende visibile al pubblico, con apertura straordinaria, l’edificio già sede del Gruppo Rionale Fascista intitolato a Enrico Toti - che sorge a Padova nel quartiere Arcella - tradizionalmente adibito a luogo di conservazione di materiali archivistici e di una cospicua serie di reperti frammentari provenienti da alcuni edifici storici e da luoghi di culto della città, bombardati durante la seconda guerra mondiale o demoliti durante il secondo dopoguerra.

Data:
7 Settembre 2022

Apertura straordinaria del Deposito della Soprintendenza a Padova, con visite guidate gratuite  | sabato 17 settembre

Nell’ambito del Piano di Valorizzazione promosso dal Ministero della Cultura, sabato 17 settembre 2022 la Soprintendenza rende visibile al pubblico, con apertura straordinaria, l’edificio già sede del Gruppo Rionale Fascista intitolato a Enrico Toti – che sorge a Padova nel quartiere Arcella – tradizionalmente adibito a luogo di conservazione di materiali archivistici e di una cospicua serie di reperti frammentari provenienti da alcuni edifici storici e da luoghi di culto della città, bombardati durante la seconda guerra mondiale o demoliti durante il secondo dopoguerra.

L’immobile, costruito in stile razionalista dall’ingegnere Gino Briani nel 1935, mantiene ancora la torretta e la distribuzione dei primitivi vani, poi modificati ma destinati in epoca fascista a stanze del dopolavoro, mentre la più grande era utilizzata per gli spettacoli teatrali. Quest’ultima oggi è divenuta il contenitore di tale esposizione, mentre l’attiguo cortile in origine ospitava le adunate e le esercitazioni ginniche.

Il cambiamento di destinazione d’uso, da casa del fascio a deposito della Soprintendenza, ha consentito la conservazione di alcune caratteristiche architettonico-costruttive che rendono l’immobile una testimonianza storica delle tecniche di costruzione dell’epoca e dei dettami imposti dal regime. Attraverso l’osservazione della struttura portante, dei sistemi di tamponamento e dei rivestimenti, è possibile comprendere l’impiego dei materiali autarchici e di scelte politico-costruttive uniche nella storia Italiana.

Negli anni Sessanta del secolo scorso la Soprintendenza ebbe in consegna i locali dell’edificio, destinati a ospitare i laboratori di restauro con l’officina per le operazioni di falegnameria e le attività di muratori e scalpellini, diretti dall’architetto Luigi Pavan (1921-2017), noto per il pluriennale impegno istituzionale a favore della ricostruzione e del restauro del patrimonio culturale italiano colpito dai danni di guerra e da quelli del terremoto del Friuli Venezia Giulia.

Nel deposito sono pertanto confluiti nel tempo alcuni affreschi staccati e numerosi frammenti lapidei riconducibili a monumenti funerari, paliotti, lapidi, iscrizioni e apparati scultorei di epoca eterogenea (XIV-XIX secolo), già collocati nelle chiese degli Eremitani, di San Benedetto vecchio e di San Massimo a Padova.

In occasione dell’apertura straordinaria sarà presentata al pubblico l’esposizione di una selezione dei reperti di maggiore pregio custoditi nel deposito, il cui allestimento è stato curato da Silvia Scordo al fine di valorizzare i beni, oggetto di un lavoro di ricognizione e studio condotto nel 2017 da Giulio Pietrobelli.


La Soprintendenza ha provveduto a un riordino del deposito e all’attuale allestimento dei reperti, con la volontà di conservare il carattere originale dell’ambiente razionalista, dando voce ai materiali autarchici ancora visibili come componenti architettoniche predominanti.

L’architettura moderna è pertanto esaltata dall’allestimento “brutale” dal materiale grezzo, che modellato nello spazio si  unisce in un linguaggio visivo di vigore architettonico al “contenitore” che nel tempo ha accolto i frammenti, e mira a illustrarli al pubblico mediante il supporto della documentazione fotografica storica, deputata a svelare il vissuto di taluni significativi complessi architettonici di Padova e l’importanza del patrimonio storico, artistico e culturale che – seppure ridotto in frantumi – proviene da tali edifici conservando un valore inalterato.

L’esposizione ripercorre le operazioni di salvataggio e restauro compiute dalla Soprintendenza nel dopoguerra, tra il 1945 e il 1972, all’indomani dei bombardamenti che hanno colpito la città. La gran parte dei pezzi qui custoditi, infatti, non solo fu recuperata dalle macerie delle chiese bombardate durante la Seconda guerra mondiale, ma anche tratta in salvo dagli edifici storici demoliti negli anni del boom economico per lasciare spazio a moderne palazzine.

“L’arte in frantumi” è stata pensata per dare voce ai frammenti muti proprio all’interno di tale architettura razionalista come contrappunto evocativo che intende condurre il visitatore nel preciso contesto storico del dopoguerra, raccontando quel periodo cruciale della storia di Padova che, tra distruzione e ricostruzione, ha tramandato il patrimonio secolare della città fino ai giorni nostri.

Contestualmente sarà illustrata una proposta di digitalizzazione per la visita, al fine di accompagnare il fruitore a comprendere come la multimedialità possa far rivivere “contenitore” (casa del fascio) e “contenuto” (i frammenti lapidei). In tal modo sarà possibile:

– riportare il visitatore all’epoca del fascismo e introdurlo alla spazialità dell’architettura dell’epoca, attraverso la realtà aumentata, per rivivere il fervore e le emozioni caratterizzanti questa architettura;

– ricollocare i frammenti entro l’architettura monumentale, all’interno dell’altare, o della chiesa, o del palazzo dal quale provengono, permettendo virtualmente al visitatore di riappropriarsi del loro valore come opera d’arte e del loro significato inscindibile dall’architettura alla quale appartenevano.

Le visite sarannocondotte da Silvia Scordo e Debora Tosato, con la collaborazione di Steven Sartore e Victoria Pasinato Pereira.

Per approfondire la conoscenza del percorso di visita, è possibile scaricare gratuitamente l’allegata brochure:

INFORMAZIONI
Data: Sabato 17 settembre 2022 (ore 16.00-20.00)
Luogo di ritrovo e visita: Deposito della Soprintendenza presso l’ex casa del fascio “Enrico Toti”
Indirizzo: Via Malta n. 11 – Padova (quartiere Arcella)

L’apertura al pubblico è prevista esclusivamente mediante turni di visita di trenta minuti circa (gruppi di massimo 25 persone), che saranno condotti dal personale della Soprintendenza, previa prenotazione obbligatoria con partenza ai seguenti orari:

16.15; 17.00; 17.45; 18.30; 19.15

PRENOTAZIONI
Si prega di inviare la richiesta esclusivamente tramite posta elettronica entro venerdì 16 settembre alle ore 13,00 a:
francesca.dellarocca@cultura.gov.it (con indicazione dei nominativi e di un recapito telefonico).

Per questioni organizzative, si invitano i partecipanti a presentarsi dieci minuti prima dell’inizio di ogni turno di visita.
E’ consigliato l’uso della mascherina per la visita all’interno del deposito.

Ultimo aggiornamento

29 Dicembre 2022, 15:43