La datazione delle sepolture, sulla base delle prime osservazioni sulle monete associate e sui materiali di corredo destinati ad accompagnare i defunti nell’aldilà, appare riferibile a due fasi distinte: le tombe ad incinerazione sono preliminarmente collocabili in un periodo compreso tra il I ed il II secolo d.C., mentre almeno alcune delle inumazioni risulterebbero invece più recenti e databili alla fase tardo romana (IV secolo d.C.).
Il dispiegamento dei mezzi aerei e dei natanti nei mesi di aprile, maggio e luglio, per complessive 40 ore di navigazione aerea e navale e 12 ore di immersione, hanno supportato l’attività di ricognizione, documentazione fotografica e georeferenziazione delle installazioni oggetto di tutela nonché l’accertamento delle segnalazione giunte alla precipua funzione presso la Soprintendenza da Enti Pubblici e cittadini.
Gli interventi di restauro – condotti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza - hanno incluso il risanamento e la pulitura delle pitture murali sia all’interno che all’esterno dell’oratorio, e il recupero conservativo del dipinto a olio su tela, dei manufatti lignei e delle stazioni della Via Crucis.
La tomba 6, la prima ad essere restaurata e qui presentata in anteprima, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia 2022, era deposta in una cassetta di lastre in scaglia rosa dei Colli Euganei parzialmente conservata ed era composta da un vaso situliforme usato come ossuario, due coppe su stelo a fasce rosse e nere, una tazzina, un bicchiere, una fibula di tipo Certosa, che consentono di datare preliminarmante il contesto tra fine V e IV sec. a.C.
L’incontro a più voci, che si terrà giovedì 23 giugno, è finalizzato a presentare in anteprima una pubblicazione che raccoglie l’esito di contributi multidisciplinari dedicati a un tema di singolare fascino e interesse, al quale l’Università degli Studi di Padova da anni dedica una specifica attenzione e cura con ricerche e studi specialistici di eccellenza, finalizzati alla conoscenza del patrimonio ceramico greco e magnogreco presente in Veneto. In fondo all'articolo il link per la registrazione dell'evento.
Nell’alta pianura trevigiana, presso il torrente Musone, i lavori per la costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), progettata per collegare le autostrade A4 e A27 da Montecchio Mag- giore (Vicenza) a Spresiano (Treviso), hanno messo in luce in località Spineda (Riese Pio X) diverse tracce riferibili ad una frequentazione antropica estesa nel tempo.
In occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Venezia, città Metropolitana e le province di Belluno Padova e Treviso ha inteso riordinare e schedare analiticamente il carteggio intercorso tra le Gallerie d’Arte Moderna di Venezia (con documentazione facente parte dell’archivio dell’ex Soprintendenza ai beni Artistici e storici ora confluiti dal 2014 nell’archivio della Sabap- Ve- Met) e la Gipsoteca Canoviana di Possagno.
Nelle schede esplicative consultabili al link indicato, si potrà conoscere nel dettaglio tutta la documentazione richiesta e l'iter di invio dell'istanza.
Riprende tra giugno e luglio prossimi lo scavo in laboratorio delle sepolture prelevate sul campo nel 1990-1991 a Padova, tra via Tiepolo e via San Massimo, dove è venuta alla luce una necropoli preromana e romana.