Il restauro e la manutezione delle aree archeologiche di Treviso, Oderzo, Concordia Sagittaria e Noventa di Piave: un’occasione per ripercorrere una parte del ricco patrimonio archeologico del Veneto

In occasione della manutenzione e del restauro del patrimonio archeologico di Treviso, Oderzo, Concordia Sagittaria e Noventa di Piave, ripercorrere una parte sostanziosa delle testimonianze del nostro passato presenti nel territorio veneto di cui la Soprintendenza si prende cura.

Data:
16 Settembre 2024

Il restauro e la manutezione delle aree archeologiche di Treviso, Oderzo, Concordia Sagittaria e Noventa di Piave: un’occasione per ripercorrere una parte del ricco patrimonio archeologico del Veneto

In occasione della manutenzione e del restauro del patrimonio archeologico di Treviso, Oderzo, Concordia Sagittaria e Noventa di Piave, vogliamo ripercorrere una parte sostanziosa delle testimonianze del nostro passato presenti nel territorio veneto di cui la Soprintendenza si prende cura.

👉Treviso (TV) – Area Archeologica con il mosaico paleocristiano

L’area al di sotto di via Canoniche, nel cuore del centro storico di Treviso nei pressi del Duomo conserva i resti di un battistero paleocristiano a pianta circolare del quale rimangono a vista parte delle strutture e consistenti lacerti di un pavimento musivo a tessere policrome con decorazione fitomorfa e zoomorfa disposta in fasce concentriche.

La fascia esterna rappresenta coppie di delfini con le code intrecciate a un tridente alternate ad un motivo stilizzato. Nella fascia intermedia si snodano tralci di vite con uccelli e amorini occupati nella raccolta dell’uva; una testa femminile è stata interpretata come la rappresentazione della stagione. La fascia interna, infine, è ornata di pesci e conchiglie.

L’articolazione planimetrica e la decorazione musiva hanno suggerito una datazione dell’edificio alla prima metà del IV sec. d.C. e una interpretazione come primitiva aula battesimale trevigiana mentre per altri autori non è tuttavia escluso che l’impianto sia riferibile ad un complesso residenziale urbano di proprietà aristocratica, solo successivamente trasformato in battistero.

L’area, delimitata da un parapetto di protezione, è visibile dalla sede stradale nel periodo primaverile ed estivo mentre d’inverno viene coperta al fine di garantirne la conservazione. L’accesso diretto all’area è consentito attraverso una scaletta ai soli operatori che si occupano dei periodici interventi di manutenzione e restauro.

Treviso – mosaico paleocristiano
Tresvio – mosaico paleocristiano

👉 Oderzo (TV) – Area archeologica del Foro, della Basilica, della “Domus dei triclini” e del sottoportico “Zeno Lovato”

L’area archeologica di cui possiamo ammirare ampie porzioni di edifici pubblici e privati di età romana (dall’età augustea al II sec- a.C.) è inserita nel contesto urbano della città di Oderzo.
Il Foro di età augustea (fine del I sec. a.C. e gli inizi I sec d.C.) di cui si conservano a vista i resti della piazza lastricata in trachite che aveva una larghezza di 40 metri e una larghezza di almeno 99 metri mentre i plinti di fondazione dei pilastri sono relativi alla basilica civile.

Lungo via Mazzini sono invece visibili alcuni ambienti della grande “domus dei Triclini” con pregevoli pavimentazioni musive in battuto bianco con inserzione di tessere multicolori. Si conservano i resti di un ambiente con riscaldamento a ipocausto riferibile al settore termale della casa.
L’area archeologica è liberamente visibile al pubblico attraverso parapetti che la circondano mentre l’accesso diretto è possibile attraverso visite guidate.

👉Noventa di Piave (VE) Area archeologica di San Mauro

Il complesso si trova all’aperto nel centro urbano ed è caratterizzato dalla sovrapposizione di diverse fasi dalla fine del I sec. a.C. al XVII sec. d.C. Nella domus di età romana sono presenti pavimenti realizzati in epoche diverse e tecniche diverse: a cubetti in cotto, in opus signinum costituito di malta cementizia, in tesselato lapideo a motivi geometrici bianco e nero. Anche gli alzati pertinenti a strutture ecclesiastiche ascrivibile a varie età sono realizzati con diverse tecniche costruttive- caratterizzate sempre dalla compresenza di mattoni e ciottoli uniti con malte cementizie.

👉 Concordia Sagittaria (VE) – Area Donus dei Signini, area Terme e Mura, area del ponte romano e porta Urbis

L’area archeologica della Domus dei dei Signini in via dei Pozzi Romani si trova all’aperto in un parco urbano protetta da una struttura fissa ed è databile dalla fine del I sec. a.C. al III d.C. Nella Domus sono presenti pavimenti realizzati in epoche diverse e con tecniche costruttive differenti: a cubetti in cotto, in cementizio (opus signinum) costituito da un battuto di malta cementizia su fondo bianco con pannello tesselato lapideo a motivi geometrici di colore bianco e nero.

L’area archeologica “Terme e mura” si trova all’aperto e non è accessibile al pubblico ma è visibile dalla strada. Le mura datate alla seconda metà del I a.C. sono realizzate in conglomerato cementizio rivestito di mattoni sesquipedali, poggianti su una risega in frammenti di pietra e su un fitto vespaio di grossi pali.
Del complesso termale pubblico legato alle fase successive che vanno dalla fine II al III sec. d.C. è attualmente visibile la parte absidata del tepidarium ovvero l’ambiente destinato alla sauna di cui rimangono in parte l’alzato, il pavimento in mattoni e i pilastrini in mattonelle quadrate che facevano parte del sistema di riscaldamento dell’ipocausto.

L’area archeologica con i resti del “Ponte Romano” in via San Pietro di età augustea (metà I sec. d.C.) è all’aperto, non è accessibile al pubblico ma è visitabile dalla strada. Il ponte, posto a valico di un antico alveo del fiume Reghena, in prossimità dell’ingresso della via Annia a Concordia, sorgeva nella periferia dell’impianto urbano romano, poco al di fuori del tratto centro-settentrionale delle mura romane. Era a tre arcate: a sesto ribassato e sopraelevata quella centrale, a tutto sesto le due laterali, delle quali si conserva quella occidentale. Le arcate erano esclusivamente in opera lapidea e avevano una larghezza di 7,46 m (arcata centrale) e 1,80 m (arcate laterali). Nella prima metà del I sec. d.C. furono realizzate o ripristinate le spallette del ponte in lastre di calcare di Aurisina.

Il ponte venne rinvenuto nel 1877 nel corso di lavori agricoli e fu oggetto di un primo scavo nel 1878; tra il 1976 e il 1977 il ponte venne nuovamente scavato ad opera della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e successivamente valorizzato.

Photo credits: Crucianelli restauri Srl

Ultimo aggiornamento

17 Settembre 2024, 12:44