Istituto Oncologico Veneto – IRCCS | Presentati i ritrovamenti archeologici nell’area della nuova radioterapia a Castelfranco Veneto (Tv)

Sono stati presentati stamattina in conferenza stampa gli esiti degli scavi archeologici condotti, tra giugno 2024 e gennaio 2025, nell’area della realizzazione del nuovo edificio per la radioterapia di Castelfranco che hanno consentito l’individuazione di uno straordinario contesto archeologico grazie al ritrovamento di resti di un villaggio data­bile tra la fine del IV e il VII secolo d.C.

Data:
30 Aprile 2025

Istituto Oncologico Veneto – IRCCS | Presentati i ritrovamenti archeologici nell’area della nuova radioterapia a Castelfranco Veneto (Tv)

Sono stati presentati stamattina in conferenza stampa gli esiti degli scavi archeologici condotti, tra giugno 2024 e gennaio 2025, nell’area della realizzazione del nuovo edificio per la radioterapia di Castelfranco che hanno consentito l’individuazione di uno straordinario contesto archeologico grazie al ritrovamento di resti di un villaggio data­bile tra la fine del IV e il VII secolo d.C.

Nonostante il breve rallentamento per consentire le dovute indagini, il cronoprogramma per la consegna della nuova Radioterapia allo IOV di Castelfranco Veneto manterrà la data del 2025 per la messa in opera del nuovo reparto: entro il mese di luglio la struttura sarà completata mentre nell’ultimo trimestre dell’anno sarà dotata di attrezzature tecnologiche e innovative.
Un investimento milionario per la nuova radioterapia IOV di Castelfranco Veneto: 29.640.124 euro a carico di fondi aziendali IOV derivati da utili di esercizio e riserve accantonate, di cui 15.073.564 euro per la sola costruzione e 14.566.560 euro per le attrezzature.

La nuova sede avrà una superficie lorda di 3.150 mq, per un volume totale di 15.280 mc. In questa prima fase è prevista la realizzazione di 4 bunker, di cui 2 lasciati al grezzo. I 2 bunker realizzati per essere attivati (per una superficie di 93 mq ciascuno per la sala di trattamento) ospiteranno un acceleratore Linac-RM, oltre ad un ulteriore acceleratore lineare. La sede verrà dotata da Risonanza Magnetica da 1,5 tesla e di 1 sala con TC. Sono previsti, inoltre, ambulatori, un’area di lavoro per radioterapisti, fisici, tecnici e infermieri e un’area direzionale.

L’Unità operativa complessa di Radioterapia dello IOV, che attualmente vede già attive le sedi di Padova e Monselice (Schiavonia), diretta dal professor Marco Krengli, tratta ogni anno oltre 3.000 pazienti erogando più di 80mila prestazioni.

“La nostra città si conferma ancora una volta un crocevia tra storia e futuro. – dichiara il Sindaco di Castelfranco, Stefano Marcon – Gli importanti ritrovamenti archeologici emersi durante i lavori per la nuova sede della Radioterapia rappresentano una straordinaria testimonianza delle nostre radici e arricchiscono il patrimonio storico di Castelfranco Veneto. Al tempo stesso, guardiamo avanti con determinazione: il rispetto dei tempi per la realizzazione del nuovo reparto dello IOV è una garanzia concreta per i cittadini e per l’intero territorio. Questo investimento di quasi 30 milioni di euro porterà strutture all’avanguardia e servizi sanitari d’eccellenza, a beneficio di migliaia di pazienti ogni anno. È un progetto che unisce cultura, salute e innovazione, rafforzando il ruolo strategico della nostra città nella rete regionale della sanità pubblica”.

“Non si tratta solo di un intervento di aumento delle quantità delle prestazioni – spiega il Direttore Generale delle IOV, Maria Giuseppina Bonavina – ma anche di un investimento sulla complessità dei trattamenti e di sempre più stretto coordinamento con gli altri reparti di Radioterapia di Padova e Schiavonia. La nuova radioterapia di Castelfranco disporrà di apparecchiature di ultima generazione, che andranno a completare l’offerta che l’Istituto dà ai propri pazienti, e di una sempre maggiore integrazione delle prestazioni tra le sedi. Il rispetto del patrimonio storico ha reso necessaria una rimodulazione dei tempi per permettere l’intervento degli archeologi, ma ora i lavori procedono con determinazione e l’obiettivo rimane confermato: la fine lavori entro ottobre 2025.”

Vincenzo Tiné, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, spiega come “il lungo e complesso intervento di scavo archeologico condotto dalla Soprintendenza a Castelfranco, nell’area destinata ad ospitare il nuovo polo dell’Istituto Oncologico Veneto, ha conseguito importantissimi risultati per una delle epoche meno note della storia veneta ed europea in generale. Quella dei secoli oscuri, che vedono la definitiva dissoluzione dell’Impero Romano e la discesa in Italia delle prime orde barbariche. Pochi e rarefatti sono i rinvenimenti archeologici che illuminano altrove questa oscurità. L’ampia “finestra stratigrafica” offerta dagli scavi di Castelfranco sulle modalità abitative e funerarie di queste genti, in quello che sembra essere un caratteristico villaggio di capanne di tradizione protostorica e tombe sparse, rappresenta uno straordinario unicum della ricerca recente nella nostra regione con ampie ricadute di interesse storico e scientifico.”

Approfondimento

Nel corso dell’intervento di realizzazione del nuovo edificio di Radioterapia presso lo IOV di Castelfranco Veneto (TV), le attività istituzionali di Verifica preventiva dell’interesse archeologico, e successivamente di indagine stratigrafica in corso d’opera, condotte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso (dott. Alessandro Asta), con la direzione tecnica della Ditta Diego Malvestio & C. s.n.c. (dott. Simone Colucciello), hanno consentito l’individuazione di uno straordinario contesto archeologico.
Fin dagli accertamenti preliminari svolti nel 2021 sono emerse evidenze di estese zone caratterizzate dalla presenza di buche di palo di varie dimensioni e sequenze stratigrafiche, con reperti verosimilmente attribuibili ad una frequentazione dell’area in età romana e tardo-romana. Tuttavia, tali presenze sono state riscontrate in modo discontinuo, forse anche a causa degli intacchi determinati da lavorazioni agrarie via via intervenute sull’area. Solo con l’avvio del cantiere edile, nel 2024, si è potuto estendere l’area di indagine e comprendere meglio le caratteristiche delle evidenze intercettate.
Tra i mesi di giugno 2024 e gennaio 2025, grazie al paziente lavoro di cospicue squadre di archeologi professionisti, tenendo sempre in debita considerazione anche l’urgenza pubblica di consentire la realizzazione del nuovo polo di Radioterapia, è stata indagata tutta la vasta area destinata al nuovo edificio (circa 4500 mq), impiegando ogni appropriata metodologia archeologica, ed individuando un ingente numero di buche di palo, pozzi-silos, residui di focolari, ceramica grezza da fuoco nonché alcune sepolture ad inumazione, che consentono -in via del tutto preliminare e in attesa di ulteriori analisi e studi di settore- di ipotizzare la presenza in situ dei resti di un villaggio strutturato con almeno una ventina di capanne databile ad un arco cronologico compreso tra la fine del IV e il VII secolo d.C.

Didascalie
Figg. 1 e 2 – Inquadramento dell’area di scavo e sviluppo delle evidenze (Archivio SABAP VE MET)
Fig. 3a – Buca di palo (Archivio SABAP VE MET)
Fig. 3b – Fornace (Archivio SABAP VE MET)
Fig. 4 – Sepolture ad inumazione (Archivio SABAP VE MET)
Figg. 5a/b – Reperti ceramici in corso di scavo e fondo di ciotola in ceramica grezza con marchio (Archivio SABAP VE MET)

Ultimo aggiornamento

30 Aprile 2025, 15:36