La Soprintendenza avvia un grande progetto di valorizzazione dell’area archeologica di Montegrotto Terme (Pd), che conserva i resti di un esteso complesso termale di epoca romana
La volontà congiunta di Soprintendenza e Amministrazione comunale è quella di garantire la conservazione dei resti insieme ad una potenziata fruizione, in grado quest’ultima di consentire l’integrazione dell’area nel sistema sociale, turistico e culturale del comune di Montegrotto. In questi ultimi anni, infatti, la Soprintendenza, inserendosi nella politica di rigenerazione urbana del Comune, sta portando avanti un progetto di conservazione e di rinnovata valorizzazione del complesso, anche grazie ad importanti finanziamenti ministeriali.
Data:
17 Dicembre 2024
La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, in collaborazione con il Comune di Montegrotto Terme e grazie a fondi del Ministero della Cultura, darà il via a un grande progetto di valorizzazione dell’area archeologica al centro di Montegrotto Terme, compresa tra via Scavi e viale della Stazione, che conserva i resti di un esteso complesso termale di epoca romana.
Costruito a partire dalla seconda metà del I secolo a.C. e utilizzato fino al III secolo d.C., comprendeva tre grandi vasche, servite da un interessante sistema di canalizzazioni sotterranee e da due norie per il sollevamento dell’acqua, un piccolo teatro/odeon e altre strutture complementari.
Il progetto di conservazione e valorizzazione proietta l’area archeologica in una nuova dimensione grazie anche alla previsione futura, in accordo con l’Amministrazione locale, di un possibile ampliamento dell’area archeologica con una nuova campagna di scavi, nell’ottica di una possibile acquisizione da parte del Comune dell’area dell’ex hotel Montecarlo.
L’area, nota già da rinvenimenti settecenteschi e oggetto di scavi sistematici a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e da successivi interventi di restauro, si trova in una zona nevralgica nel sistema urbano attuale, proprio al centro della cittadina.
La volontà congiunta di Soprintendenza e Amministrazione è quella di garantire la conservazione dei resti insieme ad una potenziata fruizione, in grado quest’ultima di consentire l’integrazione dell’area nel sistema sociale, turistico e culturale del comune di Montegrotto. In questi ultimi anni, infatti, la Soprintendenza, inserendosi anche nella politica di rigenerazione urbana del comune, sta portando avanti un progetto di conservazione e di rinnovata valorizzazione del complesso, anche grazie ad importanti finanziamenti ministeriali.
«La Soprintendenza ABAP – spiega il Soprintendente Vincenzo Tinè – è attiva da decenni sulle importanti aree archeologiche di Montegrotto e in particolare su quelle di età romana di Via Scavi e di Via Neroniana, grazie a sostanziosi contributi del Ministero della Cultura per una cifra complessiva di 2 milioni di euro erogati nelle annualità 2019-2027. Il progetto di fattibilità tecnico-economica sarà seguito da quello esecutivo per il restauro delle strutture archeologiche (in diversi casi si ritratta di restauro dei restauri) con l’obiettivo anche di tarare il progetto esecutivo di copertura dell’odeon, che verrà affidato a ruota. E’ necessario ora attivarsi per individuare gli ulteriori fondi necessari alla completa esecuzione dei lavori individuati dal progetto FTE per una cifra complessiva di ca. 1M di euro. In questo modo sarà possibile prevedere la conclusione del completo restyling di quest’ala archeologica entro il 2027. Anche l’area archeologica di Via Neroniana è stata interessata da lavori di manutenzione straordinaria dei mosaici in questi ultimi anni, che i nuovi finanziamenti consentono di completare in uno con i necessari interventi di ripristino della piena funzionalità della struttura di copertura realizzata alcuni anni fa».
Il nuovo progetto prevede due accessi all’area: il primo su via degli Scavi, dotato di un nuovo volume per biglietteria e front office, che sarà utilizzabile anche come controllo per l’accesso ad eventuali attività culturali e di spettacolo all’aperto. L’ingresso da via Scavi consente la fruizione di un percorso di visita che ha come punto qualificante l’accessibilità all’odeon. Quest’ultimo, oggetto di interventi conservativi, sarà dotato di una nuova copertura su struttura metallica che allude all’antica volumetria.
La prima parte della nuova struttura è costituita da un corpo basso con copertura piana, che proteggerà il frons scenae, mentre la realizzazione di una passerella consentirà di osservare direttamente la cavea e l’antica pavimentazione ancora esistente. La fruizione dell’odeon prevede anche una rampa che con la sua conformazione consente l’accesso in quota alla cavea, con un percorso totalmente accessibile e non invadente i resti archeologici.
La particolare copertura, sempre su pilastri metallici, accompagna la geometria della cavea, concepita come un “velario moderno”, e consente la protezione e raccolta delle acque meteoriche e contestualmente la protezione laterale dalla pioggia grazie ad una serie di schermi in lamiera forata. La porzione di copertura piana consentirà l’alloggiamento di un sistema di pannelli fotovoltaici di ultima generazione garantendo l’autonomia energetica, sottolineando la contemporaneità dell’intervento, soluzione che sviluppa un interessante confronto tra antico e nuovo.
Il percorso prosegue a terra grazie a sentieri in pavimentazione drenante, che da un lato costeggiano i resti delle norie, delle vasche termali e della lunga canalizzazione e dall’altro segnano un percorso all’interno di un paesaggio, nel quale sono previste piccole aree con nuove dotazioni arboree con specie desunte da quelle presenti in epoca storica: una sorta di piccolo parco urbano che collega la zona nord della cittadina con quella sud, integrandosi con la rigenerazione urbana in atto. Il percorso all’interno del parco porta al secondo accesso all’area degli scavi, che grazie ad un sistema di terrazzamenti inerbiti e fioriti porta ad un belvedere che si proietta verso la zona archeologica mettendola in relazione con il nuovo assetto di viale Stazione.
“Il progetto di riqualificazione dell’area archeologica di via Scavi rappresenta un momento storico per la nostra città”, dichiara il Sindaco di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello. “Grazie alla preziosa collaborazione con la Soprintendenza, stiamo finalmente dando il giusto valore a un patrimonio che rende Montegrotto Terme unico nel panorama termale europeo. Le nostre terme, le antiche aquae patavinae, erano già nell’epoca romana un unicum per importanza e prestigio. Questo progetto non è solo un’operazione di conservazione, ma un vero e proprio ponte tra passato e futuro, che permetterà ai cittadini e ai visitatori di vivere un’esperienza immersiva nella nostra storia millenaria. Un ringraziamento particolare va al professor Paolo Faccio, autore del progetto di riqualificazione, che ha saputo coniugare perfettamente le esigenze di tutela archeologica con una visione moderna e sostenibile.”
“L’amministrazione sampietrina ha sempre creduto nell’importanza della valorizzazione della propria storia per la promozione del prodotto turistico”, dichiara l’assessore alla Programmazione Urbanistica, Luca Fanton.
“Risale al 2021 l’inaugurazione del Museo del Termalismo antico e del territorio, per il quale abbiamo collaborato con l’Università di Padova e la Soprintendenza, che a tutt’oggi è un unicum mondiale. Il progetto di valorizzazione degli scavi che presentiamo oggi è il frutto di un intenso lavoro di coordinamento con la Soprintendenza, che ha permesso di sviluppare una visione integrata di tutela. L’area archeologica di via Scavi diventerà non solo un polo culturale di primaria importanza, ma anche un attrattore turistico che si inserisce perfettamente nel tessuto urbano della città. La valenza didattica e culturale del progetto è straordinaria: attraverso percorsi accessibili e sostenibili, stiamo creando uno spazio dove la storia diventa esperienza viva. Il nuovo parco archeologico, con le sue innovative soluzioni architettoniche e la ricostruzione della vegetazione storica, rappresenterà un unicum nel panorama archeologico nazionale, confermando il ruolo di Montegrotto Terme come punto di riferimento nel termalismo europeo. Questo intervento dimostra come la tutela del patrimonio archeologico possa diventare motore di sviluppo turistico e culturale per l’intero territorio.”
Frequentata fin dall’età del Bronzo, l’area di Montegrotto Terme era nota nell’antichità come “aquae patavinae” (acque di Padova) per le sue acque termali, che furono oggetto di culto nell’età del Ferro da parte dei Veneti antichi e che solo a partire dall’età romana iniziarono ad essere sfruttate a fini salutari, per quella “Salus per aquam“, ancora oggi nota e diffusa con l’acronimo SPA. L’insediamento si arricchì allora di eleganti ville e di impianti termali assumendo un aspetto sempre più residenziale.
Di questo importante passato rimane oggi testimonianza nelle tre aree archeologiche cittadine, che conservano i resti di strutture ed edifici di epoca romana, e nel civico Museo del Termalismo antico, in un percorso di valorizzazione che in questi anni ha visto impegnati la Soprintendenza di Padova insieme all’Università di Padova e al Comune di Montegrotto Terme.
Rendering del progetto di valorizzazione
Ultimo aggiornamento
17 Dicembre 2024, 15:29