La tutela e la valorizzazione dei beni ecclesiastici: l’apertura al pubblico del nuovo Museo del Duomo a Cittadella (PD)
Una sinergia tra la parrocchia, l’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e il Museo Diocesano di Padova, la Soprintendenza, il Comune di Cittadella e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Data:
20 Maggio 2021
Nasce da una primitiva istanza della comunità parrocchiale cittadellese la sensibilità per la conservazione e la fruizione del patrimonio ecclesiastico del Duomo cittadino, le cui testimonianze di arte sacra sono state fin dal 1985 raccolte in un piccolo museo, rappresentativo di un eterogeneo corpus di dipinti, sculture, oreficerie e paramenti sacri che hanno accompagnato le trasformazioni e le stratificazioni dell’edificio dal Medioevo ai giorni nostri.
A partire dal 2002 e negli anni successivi sono stati portati a compimento vari interventi di restauro e di adeguamento strutturale della torre campanaria e di altri locali attigui al Duomo, dedicato ai santi patroni Prosdocimo e Donato, al fine di restituire alla cittadinanza alcuni spazi nei quali hanno trovato idoneo allestimento opere già presenti nella chiesa e nel primitivo nucleo museale, e altre tradizionalmente collocate nella sacrestia, come le pale d’altare raffiguranti il Compianto su Cristo morto di Andrea da Murano e la Cena in Emmaus di Jacopo da Ponte, noto come Jacopo Bassano.
La ricognizione delle opere d’arte e la scelta di criteri espositivi finalizzati a garantire ottimali parametri di conservazione e a offrire ai visitatori un percorso di carattere storico, spirituale e teologico sono frutto della sinergia tra la parrocchia, l’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e il Museo Diocesano di Padova, la Soprintendenza, il Comune di Cittadella e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che hanno collaborato a vario titolo nell’ambito delle rispettive competenze per restituire alla cittadinanza il godimento di un patrimonio dal forte valore simbolico e identitario.
La visita al museo appare pertanto un’opportunità di conoscenza che si coniuga in maniera inscindibile alla storia del Duomo, l’edificio che rappresenta il punto di partenza obbligato per il cultore interessato a osservare i manufatti e a comprenderne le vicende legate al contesto, all’iconografia, alla committenza e alla storia conservativa del complesso monumentale.
La chiesa attuale, dalle forme ottocentesche, ingloba una parte della primitiva costruzione duecentesca, orientata ad est e corrispondente nella parte absidale all’attuale cappella dell’Immacolata, che reca ancora alle pareti e sulla volta tracce di una eterogenea e frammentaria decorazione a fresco di epoca medievale, cui si è sovrapposto un secondo ciclo di affreschi di Jacopo Bassano con le Storie dell’antico Testamento, databile tra il 1536 e il 1539, di cui sopravvivono le figure di Sansone, Giosuè, Davide e Golia.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso, strutturato a più livelli, si apre con la scultura policroma in pietra di Nanto raffigurante Sant’Antonio abate, di particolare pregio, pur nell’attuale stato di frammentarietà, databile ai primi decenni del XV secolo. L’opera è stata sottoposta a un intervento di pulitura ad opera di Giancarlo Calcagno, con la direzione della Soprintendenza, operazione che ha portato in luce le tracce di un’antica policromia. Per decenni ricoverata nella torre campanaria, la scultura proviene in realtà dall’altare della fraglia omonima del duomo medievale e testimonia l’antica e radicata devozione della comunità al santo eremita, identificabile dal saio e dal tradizionale attributo del porcellino che l’accompagna.
Proseguendo la visita, si possono ammirare due grandi dipinti a olio su tela, con l’Adorazione dei Magi e la Flagellazione, rispettivamente attribuiti a Leonardo Corona e a Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane, acquistati nel corso dell’Ottocento e provenienti da corporazioni soppresse di Padova.
Sono inoltre visibili altre due sale, nelle quali sono allestite opere di vario genere e formato, che rivestono valore storico, artistico, devozionale e documentario, come il monumentale apparato in legno intagliato e dorato delle quarant’ore, di epoca ottocentesca con il paliotto raffigurante l’Ultima cena, il ritratto di San Pio X eseguito nel 1962 da Fulvio Pendini, le oreficerie, il Parato in terzo con ricami di raffinata fattura (secolo XVI), lo stendardo processionale dedicato a San Girolamo e le sculture lignee tardo medievali e rinascimentali del Cristo crocifisso, di San Rocco e di San Sebastiano.
Riveste particolare pregio la sala climatizzata in cui sono ospitate le pale d’altare di Andrea da Murano e Jacopo Bassano, già note agli studi. Il Compianto su Cristo morto del pittore muranese, di notevole impatto emotivo nella rappresentazione del dramma secondo la tradizione iconografica dei compianti in terracotta a figura intera, era stato eseguito per la chiesa di Santa Maria del Torresino e collocato sull’altare della fraglia di San Bovo, cioè della Confraternita della Buona Morte.
La Cena in Emmaus di Jacopo Bassano, documentata da una nota contabile del 1537, testimonia la poetica che ha reso celebre l’artista fin dalla prima attività, nella quale coniuga gli influssi del Manierismo di area padana alla magistrale interpretazione del tema sacro, calato nella quotidianità del mondo contadino, cui si richiamano gli spettacolari e accattivanti dettagli degli animali domestici, degli utensili e del paesaggio veneto contemporaneo all’autore.
INFORMAZIONI
Il Museo sarà aperto al pubblico a partire da sabato 22 maggio 2021, con i seguenti orari:
Sabato: 17.00 – 19.00 (orario estivo)
Domenica e festivi: 10.00 – 12.00 / 17.00 – 19.00 (orario estivo)
Su prenotazione: sempre, per gruppi di almeno 10 persone
Giorni di chiusura: 25 dicembre e 1 gennaio.
Ingresso:
Biglietto intero 5 euro
Biglietto ridotto 3 euro
Con il biglietto del Museo del Duomo i visitatori avranno la riduzione per l’accesso al camminamento di ronda delle Mura di Cittadella, e viceversa.
Prenotazioni:
tel. 049 9404485
cittadella@historiatravel.it
www.museoduomo.it
Didascalie immagini:
Fig. 1 – Cittadella, Museo del Duomo: una delle sale del percorso espositivo;
Fig. 2 – Andrea da Murano, Compianto su Cristo morto. Olio su tavola, ultimo quarto del XV secolo;
Fig. 3 – Andrea da Murano, Compianto su Cristo morto (particolare). Olio su tavola, ultimo quarto del XV secolo;
Fig. 4 – Manifattura veneziana, Pianeta (particolare del ricamo con Cristo crocifisso tra la Vergine annunciata e l’Angelo annunciante). Seconda metà del XV secolo – inizi del XVI secolo
Fig. 5 – Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano, Cena in Emmaus. Olio su tela, 1537
Fig. 6 – Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano, Cena in Emmaus (particolare). Olio su tela, 1537
Fig. 7 – Apparato delle quarant’ore, legno intagliato e dorato (XIX secolo), con stendardo processionale
Fig. 8 – Fulvio Pendini, Ritratto di San Pio X. Olio su tela, 1962
Fig. 9 – Fulvio Pendini, Ritratto di San Pio X (particolare con la firma). Olio su tela, 1962
Fig. 10 – Leonardo Corona (attribuito a), Adorazione dei Magi. Olio su tela
Fig. 11 – Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane (attribuito a), Flagellazione. Olio su tela
Fig. 12 – Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane (attribuito a), Flagellazione (particolare). Olio su tela
Fig. 13 – Scultore veneto (?), Sant’Antonio abate. Pietra di Nanto con tracce di policromia, prima metà del XV secolo (?)
Fig. 14 – Scultore veneto (?), Sant’Antonio abate (particolare). Pietra di Nanto con tracce di policromia, primi decenni del XV secolo (?)
Fig. 15 – Scultore veneto (?), Sant’Antonio abate (particolare). Pietra di Nanto con tracce di policromia, primi decenni del XV secolo (?)
Fig. 16 – Cittadella, Duomo. Madonna con il Bambino e Santa Margherita, affresco frammentario staccato (seconda metà del XIII secolo); San Cristoforo, affresco frammentario staccato (XIV secolo)
Fig. 17 – Cittadella, Duomo. Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano, Sansone combatte i filistei, affresco (1536-1539)
Crediti fotografici
Figure n. 2, 3, 4, 5, 6, 10, 11 © Nuovo Museo del Duomo di Cittadella / Mauro Magliani; figure n. 1, 7, 8, 9, 12, 13, 14, 15, 16, 17 © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso / Debora Tosato
Ultimo aggiornamento
24 Giugno 2021, 17:51